Esame del liquido seminale: cosa “pretendere” dalla refertazione nella quotidiana pratica clinica

Esame del liquido seminale: cosa “pretendere” dalla refertazione nella quotidiana pratica clinica

Data la rilevanza medico legale dell’esame seminale, il referto dello spermiogramma deve essere standardizzato e deve riportare alcune delle indicazioni raccolte nella fase pre-analitica e tutti i parametri valutati nella fase analitica. Il referto seminale deve essere stilato secondo una modalità di refertazione standardizzata, di chiara ed univoca interpretazione e può prevedere osservazioni ma non giudizi clinici sulla potenziale fertilità del paziente. Per una corretta esecuzione laboratoristica dell'esame del liquido seminale è fondamentale standardizzare precise norme di raccolta e di consegna del campione al fine di evitare errori che potrebbero alterare i dati della fase analitica.

FASE PRE-ANALITICA

Giorni di astinenza. Si suggeriscono due possibilità: la prima più ampia di 2- 7 giorni, la seconda più stretta di 3 – 5 giorni, meno soggetta a variazioni casuali.

Modalità di raccolta. L’unica modalità di raccolta accettabile è la masturbazione, cercando di non perdere nessuna frazione dell’eiaculato, in un contenitore sterile per urine. Qualsiasi modifica a tale norma deve essere riportata nelle osservazioni del referto in quanto potrebbe essere causa di alterazione delle caratteristiche seminali.

Modalità di trasporto e consegna. È necessario che il campione sia consegnato entro 30-60 minuti dalla raccolta, protetto dalle eccessive escursioni termiche. In caso contrario il campione non può essere valutato per l’analisi. Non è necessario inserirlo nella refertazione ma è importante non accettare campioni trasportati in condizioni non idonee...

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Ecografia prostatica TR: indicazioni

Ecografia prostatica TR: indicazioni

L’ecografia prostatovescicolare transrettale (TRUS), grazie alla eccellente visualizzazione delle vescicole seminali, ampolle deferenziali, dotti ejaculatori, prostata, uretra prostatica, è un importante strumento diagnostico nella valutazione di tali regioni anatomiche. L’impiego sempre più frequente della TRUS ha drasticamente ridotto l'uso della deferentovesciculografia nella diagnosi di infertilità di natura ostruttiva.

Indicazioni alla effettuazione della TRUS nell’ambito della valutazione diagnostica del maschio infertile.

• SEGNI DI PATOLOGIA OSTRUTTIVA (congenita o acquisita) con riscontro di:

1. oligoposia, cioè la riduzione del volume dell’eiaculato (< 1,5 mL);

2. ridotta concentrazione di fruttosio nel liquido seminale e pH usualmente acido;

3. Normale volume testicolare e normali livelli plasmatici dell’FSH, della inibina B e del testosterone;

4. disturbi eiaculatori di tipo algico e aneiaculazione.

In tali condizioni l'uso primario della TRUS è quello di valutare gli ostacoli e di determinare l'assenza o l'ipoplasia delle vescicole seminal i e dei dotti eiaculatori. Le ostruzioni dei dotti eiaculatori (DE) si riscontrano nell’1-5% degli uomini infertili e nel 5-10% degli azoospermici e riconoscono cause sia congenite sia acquisite. Tra le prime si riconoscono patologie cistiche, e atresia-aplasia totale o parziale della via seminale distale. Le forme acquisite sono generalmente la conseguenza di infezioni aspecifiche o specifiche, concrezioni litiasiche o detriti cellulari incuneati nei dotti o secondarie a danni iatrogeni indotti da chirurgica o radioterapia. Il riscontro di una patologia ostruttiva attraverso la TRUS può essere di grande giovamento permettendo di orientare la strategia terapeutica più adeguata: aspirazione di cisti prostatiche di grosse dimensioni o trattamento chirurgico in presenza di alterazioni dei dotti eiaculatori. Le linee guida dell’European Association of Urology (EAU) sull’infertilità considerano la TRUS essenziale per la valutazione delle ostruzioni distali [2]. Un aumento di volume delle vescichette seminali (VS) (diametro anteroposteriore >15 mm) e la presenza di pseudocisti, che non si modificano dopo l’eiaculazione, rappresentano un segno tipico di ostruzione distale dei dotti, che in tale condizione patologica diventano ecograficamente visualizzabili (usualmente anecoici e dilatati in toto con diametro AP> 2 mm). Infine la TRUS è essenziale nel sospetto di agenesia bilaterale congenita dei vasi deferenti al fine di orientare esami specifici (valutazione del gene della fibrosi cistica CFTR) grazie alla possibilità di evidenziare con elevata accuratezza l’assenza di una o entrambe le ampolle deferenziali. In fatti, come noto, l’agenesia bilaterale delle vescichette seminali si associa a mutazione del gene della fibrosi cistica nel 64–73% dei casi...

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La diagnostica ecografica nel paziente con tumore del testicolo

La diagnostica ecografica nel paziente con tumore del testicolo

Il tumore del testicolo rappresenta l'1% delle neoplasie maschili e, in generale, il 5% dei tumori del tratto uro-genitale, con un’incidenza di 3-10 nuovi casi per 100.000 maschi all'anno nel mondo occidentale. In Italia i tumori del testicolo rappresentano la neoplasia maligna più frequente nei maschi con meno di 50 anni (12%). Circa il 95% dei tumori testicolari maligni origina dall'epitelio germinativo dei tubuli seminiferi e costituisce, pertanto, il gruppo dei tumori a cellule germinali. Il restante 5% comprende il gruppo dei tumori dello stroma e dei cordoni sessuali.

Il tumore del testicolo è generalmente sospettato all’esame clinico. Raramente la diagnosi è autopalpatoria. La sintomatologia d'esordio (più del 75% dei casi) di un tumore testicolare è costituita da un aumento del volume testicolare. La massa palpabile è generalmente teso-elastica, di varie dimensioni, contenuta in un sacco scrotale di solito indenne, non dolente, anche se in alcuni casi il paziente può riferire sintomatologia algica. Una dolorabilità acuta può manifestarsi più spesso se alla patologia tumorale è associato un fenomeno emorragico, una torsione del funicolo spermatico o un’epididimite. In un elevato numero di casi, soprattutto per quanto concerne le lesioni non palpabili, la diagnosi è per lo più occasionale nell'ambito di controlli andrologici eseguiti per infertilità...

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EcocolorDoppler testicolare: linee guida sulla refertazione

EcocolorDoppler testicolare: linee guida sulla refertazione

L'ecocolorDoppler testicolare è una metodica diagnostica non invasiva, che permette di definire le caratteristiche morfologiche e strutturali delle tuniche scrotali, del testicolo, dell’epididimo, degli annessi embrionari, del dotto deferente e del funicolo spermatico.

Nello stilare il referto di un’ecografia testicolare, si inizia in genere descrivendo le tonache scrotali e le tonache di rivestimento dei testicoli (tonaca albuginea e vaginale), andando ad evidenziarne eventuali alterazioni (per es. ispessimento delle tonache scrotali per aumentato riflesso cremasterico;

iperecogenicità delle tonache vaginali come per segni di pachivaginalite, etc.) e la quantità di falda liquida, normale o patologica. In presenza di falda liquida aumentata bisogna riportare nel referto una stima della quantità in ml (per es. idrocele di lieve, media,  importante entità) e segnalare l’eventuale presenza di materiale corpuscolato al suo interno, che può indicare una pregressa infiammazione. La presenza di falda liquida aumentata può meglio evidenziare le strutture embrionarie (appendici testicolari, epididimarie), di cui vanno segnalate l’ecostruttura (per es. appendice normoecogena, calcifica, etc.) e le dimensioni...

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Ecocolordoppler penieno con farmaco induzione: linee guida sulla refertazione

Ecocolordoppler penieno con farmaco induzione: linee guida sulla refertazione

L’ecocolordoppler penieno dinamico con farmaco induzione per la valutazione della patogenesi vascolare delle turbe erettive è stato proposto per la prima volta da Lue et al agli inizi degli anni ’80 (1). La valutazione ecografica e ColorDoppler del pene permette di rilevare l’integrità delle strutture anatomiche, delle arterie cavernose e dell’emodinamica intracavernosa. Il riscontro di alterazioni anatomiche (lesioni aterosclerotiche, anastomosi) e dei regimi di flusso lungo il decorso delle arterie cavernose può indicare la presenza di patologie vascolari e permette di individuare i pazienti a maggior rischio di sviluppare patologie cardiovascolari maggiori (2-7). L’esame non richiede particolari preparazioni ma è indispensabile spiegare attentamente la procedura e tranquillizare il paziente che spesso è agitato per un esame che crede doloroso...

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